giovedì 24 novembre 2011

I padroni del Mondo




Goldman Sachs & Company


Prendendo spunto da un articolo di Gabriele Battaglia sul sito Peace Reporter voglio fare alcune riflessioni sull’attuale crisi finanziaria che sta mettendo in ginocchio il nostro paese.

Da circa 15 anni i mercati finanziari vedono al vertice pochi operatori in grado di manovrare oltre il 70% dei flussi finanziari tali da condizionare e indirizzare i mercati.
Questi operatori sono i cosiddetti investitori istituzionali, cioè una decina di società tra banche e Sim (Società di intermediazione mobiliare) Bank of America, Citybank, Goldman Sachs, Hsbc, Deutsche Bank, Ubs, Credit Suisse, Citycorp-Merrill Lynch, Bnp-Parisbas.

Questi operatori ottengono in prestito titoli da fondi di investimento o fondi pensione, li vendono a dodici contribuendo così al ribasso del prezzo del titolo stesso, poi li ricomprano a dieci:guadagnando dalle plusvalenze, cioè dalla variazione di valore. E’ il meccanismo delle “vendite allo scoperto”. Quindi non si guadagna più sui dividendi o sugli interessi dei titoli di Stato ma sulla pura speculazione.
 E’ ovvio che può farlo solo chi ha a disposizione enorme liquidità. Goldman Sachs, per fare un esempio, ne ha più della Federal Reserve.
Per guadagnare, questi mercati puntano su quei settori che possono generare plusvalenze.
Negli anni novanta guardavano alle imprese impegnate nelle nuove tecnologie; nel 2000 si indirizzarono al mercato immobiliare; con la crisi del 2008-2009 e il crollo dell’immobiliare, si è speculato sulle materie prime (grano, petrolio); adesso si sono spostati sui debiti pubblici.
L’estate scorsa Deutsche Bank vende l’88 per cento dei titoli italiani in suo possesso, il valore del titolo crolla quindi ricompra gli stessi titoli a un prezzo inferiore: alla fine si ritrova con lo stesso pacchetto di titoli e con le plusvalenze.

A questo punto lo Stato è costretto a prendere misure per contenere il debito attraverso lo smantellamento del welfare. Aumentando il deficit, un paese deve vendere i propri titoli offrendo maggiori interessi. Ma l’aumento degli interessi non fa che aumentare il deficit e quindi l’unico modo per uscirne è quello di tagliare la spesa cioè il welfare.

Le istituzioni finanziarie guadagnano sui titoli di Stato. Per interrompere questo meccanismo bisognerebbe rendere questi titoli carta straccia così da creare loro perdite elevate (Quello che ha fatto l’Islanda) .
Se il Governo italiano dichiarasse di non pagare più gli interessi sui titoli di Stato questi diventerebbero spazzatura e tutti li venderebbero. In pratica quello che è successo alla Lehman Brothers con i mutui subprime, quando si è trovata con una parte del suo patrimonio azzerato.

L’Europa potrebbe sostituire i titoli dei singoli stati con gli Eurobond  piazzandoli, diciamo due volte il tasso dei bund tedeschi; alle famiglie italiane che possiedono circa il 14 per cento dei titoli di Stato si garantisce, in caso di default un rendimento pari a quello che avevano sottoscritto al momento dell’acquisto diciamo il 2 per cento. Il rimanente 86 per cento vale carta straccia.
Se invece di comprare titoli di Stato per tenerne alto il prezzo - come ha fatto per l'Italia - la Bce li ignora e li sostituisce con Eurobond, salvaguardando il piccolo risparmiatore, ecco che taglia fuori lo speculatore. Ma, siccome la Bce è costituita da banche private che speculano, non lo farà mai.
E poi, ci preoccupiamo (giustamente) delle mafie.

Ricordiamo che l’attuale Primo Ministro italiano Mario Monti è stato consulente della Goldman Sachs.
In questo contesto vedremo quali decisioni prenderà il ministro Monti, così da capire a quali interessi ubbidisce.
Sicuramente a quelli dello Stato italiano.

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