lunedì 23 febbraio 2015

Barabba

Bar Abbà


Dal Corano
"Gesù non è stato crocifisso. Gli ebrei sono davvero miscredenti! Hanno detto contro Maria una calunnia enorme e affermano: "Abbiamo ucciso il Messia, Gesù figlio di Maria, messaggero di Dio!" In realtà non l'hanno né ucciso né crocifisso, ma qualcun altro fu reso ai loro occhi simile a lui... In verità, essi non l'hanno ucciso, ma Dio lo ha innalzato a se: Dio è potente e saggio!" (4, 156-157)

Matteo 26,6-13
"Mentre (Gesù) era a Betania, in casa di Simone il lebbroso, venne a lui una donna che aveva un vaso di alabastro pieno d'olio profumato di gran valore e lo versò sul capo di lui che stava a tavola".

Giovanni 12,1
"Sei giorni prima della Pasqua, (Gesù) andò a Betània, dove si trovava Lazzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E quì gli fecero una cena. Marta serviva e Lazzaro era uno dei commensali. Maria allora, presa una libbra di olio profumato di vero nardo, assai prezioso, cosparse i piedi di (Gesù) e li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì del profumo dell'unguento".

Quale significato ha l'unzione secondo gli antichi testi?
L'unzione, nella tradizione biblica, consisteva nel versare sulla testa di un eletto dell'olio consacrato.
Essa era riservata ai re e ai sacerdoti. Ad esempio Samuele unge i primi due re d'Israele: Saul e Davide.

Dal libro di Samuele:
"Samuele prese allora l'ampolla dell'olio e gliela versò sulla testa, poi lo bacio dicendo: Ecco, non è perché Yahweh ti ha unto come condottiero sulla tua eredità?" 


Zaccaria 9,9 (profezia)
"Esulta grandemente figlia di Sion, giubila figlia di Gerusalemme! Ecco a te viene il tuo re. Egli è giusto e vittorioso, umile, cavalca un asino, un puledro figlio d'asina".

Sono i giorni che precedono la Pasqua. Gerusalemme è affollata di pellegrini giunti in quella città per commemorare la liberazione dall'Egitto. Quale  momento migliore per adempiere la profezia di Zaccaria e auto proclamarsi re d'Israele?

Giovanni 12,12-15 
"Il giorno seguente, la gran folla che era venuta per la festa, udito che (Gesù) veniva a Gerusalemme, prese dei rami di palme e uscì incontro a lui gridando: Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del signore, il re d'Israele.
(Gesù) trovato un asinello, vi montò sopra, come sta scritto: non temere figlia di Sion! Ecco, il tuo re viene, seduto sopra un puledro d'asina".

 L’ingresso di (Gesù) in Gerusalemme, così trionfale, ha lo scopo di mostrare che egli è il nuovo re d'Israele.

Dal vangelo secondo Matteo
"Avevano in quel tempo un prigioniero famoso, detto Barabba".

Tutti conosciamo il personaggio di nome Barabba, messo in prigione perché brigante.
Almeno questo è ciò che la tradizione e la teologia cattolica ci racconta di lui.

"...era in prigione perché aveva preso parte ad una sommossa del popolo in città e aveva ucciso un uomo" 
Quindi stiamo parlando di un malfattore ribelle che ha commesso un omicidio e per questo arrestato.
Anche se i più antichi testi riportano:
 " il quale era stato messo in carcere in occasione di una sommossa scoppiata in città e di un omicidio"

In (Mc 15,7):
"Un tale chiamato Barabba si trovava in carcere, insieme ai ribelli che nel tumulto avevano commesso un omicidio".
Chi ha commesso l'omicidio Barabba o i ribelli che si trovavano in carcere con lui?
La lettura dei Vangeli in lingua greca fa chiaramente pensare che Barabba non fosse uno dei briganti che avevano commesso l'omicidio ma che egli sia stato arrestato in concomitanza con la sommossa di cui altri erano responsabili. Ci raccontano, tra l'altro, di un personaggio famoso.
La nota 16del Novum Testamentum Graece et Latine ci dice che alcuni antichi manoscritti, al posto di "leghomenon Barabban" (detto Barabba), troviamo scritto:
"Iesoun Barabban" (Gesù Barabba). La nota ci conferma che il personaggio non si chiamasse Barabba, ma era un titolo affiancato al suo vero nome: Gesù. Nell'interrogatorio che Gesù aveva subito, il sommo sacerdote Caifa si era trovato nella difficoltà di trovare un capo d'accusa valido per emettere la sentenza di morte. Ad un certo punto avrebbe chiesto a Gesù: "sei tu il figlio di Yahweh? E Gesù a lui: "tu l'hai detto".
E' noto che gli ebrei non possono pronunciare la parola tabù Yhwh (Dio) e quindi Caifa non si sarebbe mai azzardato a pronunciarla in quella occasione. Ma se egli ha realmente posto la domanda, in che modo ha potuto chiedere a Gesù se era il figlio di Dio? 
Nei racconti evangelici Gesù parla spesso di Dio usando i termini: "il Padre mio", "il Padre che è nei cieli".
Nella liturgia latina troviamo comunemente "filius Patris", che è proprio la traduzione letterale dell'espressione usata dagli ebrei e quindi anche dal sommo sacerdote Caifa: "bar Abbà". Mentre in italiano, in mancanza del tabù ebraico, essa si è potuta trasformare senza problemi in: "figlio di Dio". Scopriamo, quindi, che Barabba si ciamava Gesù e che Gesù era definito Barabba.
In attesa che qualcuno chiarisca l'intrigo, dobbiamo pensare che Pilato al popolo abbia presentato:
1 - Gesù, che era figlio di Dio, cioè Barabba, che fu condannato e giustiziato;
2 - Barabba, che però si chiamava Gesù, che fu graziato e rilasciato.
Come siano andate realmente le cose nessuno lo sa ma se Gesù Barabba è il prigioniero che fu liberato, dobbiamo forse cominciare a pensare che il vero Gesù non sia mai stato crocifisso, come afferma la tradizione coranica a dispetto delle arrampicate sugli specchi insaponati del Papa emerito Benedetto XVI nel suo Gesù di Nazareth.